Oltre 11 mila donne in Italia, nel 2021, si sono rivolte ad un pronto soccorso con indicazione di violenza. Numeri impressionanti e in costante ascesa, che turbano ancor di più se si pensa che dietro a quei dati ci sono storie vere, persone con il loro carico di dolore.
Dati che danno l’idea della gravità e dell’urgenza del problema, ma anche della necessità di una preparazione specifica per l’assistenza alle vittime di maltrattamenti. Per questo, anche quest’anno la Croce Rossa Italiana e l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea hanno portato avanti il progetto “Le Sentinelle”, finalizzato alla condivisione di esperienze e professionalità acquisite nell’ambito della gestione dei casi di violenza e alla formazione dei volontari CRI alla tutela e all’assistenza delle vittime di abusi.
Sabato scorso oltre 40 tra volontari e dipendenti dell’Associazione – che svolgono attività presso centri di ascolto e antiviolenza assistendo vittime di maltrattamenti psicologici, fisici o sessuali – hanno partecipato ad una giornata di formazione teorico-pratica, realizzata dal Pool d’Intesa del percorso Clinico assistenziale per le vittime di violenza dell’Ospedale Sant’Andrea, con il coordinamento della referente del progetto, Marzietta Montesano, già promotrice del percorso assistenziale dedicato alle vittime di violenza presso il Sant'Andrea e referente per l'ospedale del protocollo di intesa tra le due organizzazioni.
La direttrice generale dell’AOU Sant’Andrea, Daniela Donetti, il preside della facoltà di medicina e psicologia dell’Università “la Sapienza” di Roma, Erino Angelo Rendina, e il delegato tecnico nazionale(DTN) all’inclusione sociale della CRI, Stefano Tangredi, hanno aperto l’incontro con un saluto ai partecipanti.
“Siamo lieti che i nostri professionisti possano mettere la loro esperienza a disposizione del personale della Cri e rinsaldare così una collaborazione – commenta il Direttore Generale dell’AOU Sant’Andrea, Daniela Donetti – il cui obiettivo è fornire una risposta più professionalizzata e incisiva alle vittime e contrastare il fenomeno della violenza”, mentre il Preside della Facoltà di Medicina e Psicologia, Erino Angelo Rendina, sottolinea come “Volontariato non vuol dire amatorialità, ma generosità”.
“Sono stati fatti passi importanti, nel corso degli anni, per tutelare le vittime da un punto di vista legale, ma per combattere la violenza di genere è fondamentale fare passi avanti nella sensibilizzazione e formazione”, ha detto Tangredi. “Abbiamo l’obbligo di lavorare anche sulla prevenzione, sull’educazione e il rispetto lì dove si costruiscono le basi della nostra società. E per questo l’auspicio che ho nel cuore è che questo progetto possa essere trasferito, in futuro, nelle scuole”, ha concluso il DTN all’inclusione sociale della CRI.
Dagli aspetti legislativi connessi alla violenza di genere alla presa in carico delle vittime di violenza, passando per le metodologie di approccio alle vittime da parte del personale non sanitario o para- sanitario di Croce Rossa.
Diversi i temi trattati nel corso della giornata per affrontare il tema dell’assistenza alle vittime con un approccio multidisciplinare. Si sono toccati anche aspetti di natura psicologica, grazie al contributo del responsabile del servizio di supporto psico sociale della Centrale di Risposta Nazionale, Fabio Specchiulli. Mentre due volontarie CRI in servizio negli sportelli di ascolto e case rifugio gestite dai Comitati hanno portato la loro esperienza “sul campo”.