IL MORBO DI ALZHEIMER

L’invecchiamento nello sviluppo di una persona è una tappa della vita che richiede l’accettazione di vari cambiamenti ed eventi che si possono verificare. Purtroppo spesso l’insorgenza di una patologia può trasformare le abitudini e lo stile di vita anche del nucleo familiare che, in questi casi, costituisce il punto di forza e quindi di riferimento a livello assistenziale per alcune malattie quali ad esempio la demenza.

Questa malattia, che interessa per lo più la popolazione sopra i 65 anni di età, è una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che porta ad una decadenza cognitiva, ad una perdita di memoria e di attività intellettive talmente grave da interferire con la gestione della vita quotidiana. Tra le demenze definite primarie, rientra la malattia di Alzheimer, ad oggi purtroppo ancora piuttosto complessa da identificare, specie nella prima fase.

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce il cervello, i cui fattori di rischio sono dovuti ad una serie di combinazioni quali: l’età, la genetica, lo stile di vita ed i fattori ambientali. La patologia fu scoperta all’inizio del secolo dal neurologo tedesco, da cui prende il nome, Alois Alzheimer, che ne descrisse i sintomi esaminando i segni particolari nel tessuto cerebrale di una donna deceduta in seguito ad una “insolita malattia”.

Il paziente malato di Alzheimer nel corso degli anni, va incontro a diverse difficoltà quotidiane, fino ad aver bisogno di una assistenza continua, in quanto entrano in gioco fattori psicologici di difficile gestione e comprensione per chi non è uno specialista. Proprio per queste difficoltà, in Italia sono presenti molte associazioni di volontariato nazionali e locali che si occupano di offrire consulenza, assistenza domiciliare e sostegno ai malati ed alle loro famiglie. Oltre a questi, i Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) presenti nelle UUOO di geriatria, di neurologia e psichiatria valutano la gravità della malattia, attivando anche iniziative per il sostegno delle famiglie. Uno di questi CDCD ha sede presso la A.O. Sant’Andrea, gestito dalla UOC di Neurologia.

Presso l’A.O. Sant’Andrea, è stato inoltre istituito lo Sportello “SOS Alzheimer” gestito dalla UOS Geriatria, rivolto a tutti i familiari dei pazienti anziani fragili che lasciano l’Azienda a seguito di ricovero o visita ambulatoriale, con l’obiettivo di fornire un supporto socio-informativo e psicologico.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno 36 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza. Di queste, il 60-70 per cento (tra i 21 e i 25 milioni) è affetto da Alzheimer. Anche in Italia la patologia ha dimensioni rilevanti: secondo l’Istat circa 600 mila italiani sono colpiti da questa malattia.

Attualmente non esiste una cura per l’alzheimer, ma rimane comunque importante la diagnosi precoce, in quanto alcuni trattamenti esistenti consentono di alleviare i sintomi ed in alcuni casi rallentare l’evoluzione negli stadi iniziali.

A cura di

Emanuela Alessandrucci

U.O. Comunicazione, Mktg e URP

RISPONDE

Il Prof. Paolo Falaschi

Responsabile UOS Geriatria dell’A.O. Sant’Andrea

D. Cos’è l’Alzheimer e quante le persone colpite in Italia?

R. La malattia di Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce le cellule cerebrali, caratterizzato da perdita neuronale, placche senili e grovigli neurofibrillari. Ciò determina l'alterazione progressiva delle funzioni cognitive, funzionali e comportamentali con una severità tale da compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Questa patologia colpisce ogni singola persona in modo diverso: è difficile prevedere quali saranno i sintomi e l’ordine con cui appariranno. La prognosi è in ogni caso sfavorevole. In Italia si stima che la demenza colpisca oltre un milione di persone e di queste circa 600mila soffrono di Alzheimer.

D. Cosa si può fare per prevenire e/o curare questa malattia?

R. Sebbene attualmente non ci sia uno strumento preventivo certo, la ricerca si sta dedicando alla conoscenza dei fattori che possono influenzare o prevenire la malattia: stile di vita, abitudini alimentari, fattori di rischio cardiovascolari, educazione, esercizio fisico sembrano essere in tal senso determinanti. La malattia di Alzheimer non è guaribile ma esistono farmaci che possono migliorare alcuni sintomi cognitivi e sono state individuate alcune tecniche e attività in grado di ridurre i disturbi del comportamento. Attualmente, i farmaci più efficaci sono gli inibitori della acetilcolinesterasi (un enzima che distrugge il neurotrasmettitore acetilcolina responsabile dell’invio di messaggi da una cellula nervosa all’altra). Questi farmaci (in Italia sono in commercio il donepezil, la rivastigmina e la galantamina) risultano efficaci nelle prime fasi della malattia e sono prescrivibili gratuitamente dai CDCD (Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze). Per i disturbi del comportamento (agitazione, aggressività, apatia, vagabondaggio, insonnia, rifiuto ad alimentarsi o iperfagia) la terapia di prima scelta è quella non farmacologica. Se e quando sono necessari, i farmaci antipsicotici devono essere usati con la massima cautela per i numerosi effetti collaterali. Esistono diverse tecniche di tipo riabilitativo efficaci nel trattamento dei disturbi comportamentali come ad esempio la ROT (Reality Orientation Therapy), che cerca di mantenere il malato aderente alla realtà che lo circonda e la Validation Therapy, che migliora la comunicazione al fine di ridurre lo stress dell'anziano.

D. Può parlarci del’iniziativa avviata presso l’A.O. Sant’Andrea “Sportello SOS ALZHEIMER” ed a chi è rivolto?

R. Si tratta di uno sportello, attivo tutti i giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17, rivolto ai caregiver ossia ai parenti di pazienti affetti da questa patologia. Il peso emotivo personale può essere in questi casi molto grande e chi assiste il paziente può aver bisogno di un sostegno psicologico per far fronte all'evoluzione della malattia. Inoltre, è necessario informare i caregiver dei benefici di tipo medico-legale esistenti, permettendo loro di fronteggiare le numerose problematiche assistenziali legate alla malattia dando opportune informazioni sul supporto fornito dalla rete territoriale alla gestione di questi malati. Il servizio fornisce a questo scopo indicazioni sulla gestione quotidiana del paziente, su come relazionarsi con lui e con le sue difficoltà, e su come preservare al meglio le risorse cognitive residue. Allo stesso tempo, lo sportello offre indicazioni sui diritti dei malati e sui servizi presenti sul territorio, nonché un sostegno psicologico.

D. A breve ci sarà la giornata mondiale dell’Alzheimer istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quali sono le iniziative previste in cui parteciperà anche l’A.O. Sant’Andrea?

R. Il 17 Settembre sarà organizzato un convegno in occasione della XXII giornata mondiale dell’Alzheimer presso la Sala Auditorium del Ministero della Salute, in Viale Giorgio Ribotta 5, Roma, cui parteciperà l’Unità Operativa di Geriatria del Sant’Andrea, dove si discuterà degli aspetti clinici ed assistenziali. L’evento gratuito avrà un’impronta divulgativa per permettere anche ai non addetti ai lavori e ai familiari dei pazienti di partecipare e ricevere informazioni su una malattia tanto diffusa quanto ancora poco conosciuta.

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